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Cuba
sabato, 3 Giugno, 2023

Salsa Cubana (seconda parte) di Ruggero Tantulli

Dietro la salsa cubana non c’è solo l’allegria sprigionata dal ballo e dalla musica. Ci sono le origini, come detto, africane ma anche spagnole. Ci sono la cultura e la tradizione musicale cubane. E ci sono significati simbolici, che difficilmente possono essere catturati a uno sguardo superficiale.
Un calzino d’oro
Uno di questi è il gesto del pantalone, conosciuto tra gli amanti della salsa come un desiderio di affermazione, sociale ed economica soprattutto. Già, perché, seppure non unanimemente riconosciuto, il gesto tipico di sollevare il pantalone all’altezza della tasca nasce dal vezzo di mostrare il calzino sul quale svetta un ricamo con un filo d’oro, indice di benessere. Proprio così: la salsa mescola l’immediatezza della strada e il fiero pavoneggiarsi dei ballerini eleganti, già figli del son cubano, dove a ballare si va vestiti di tutto punto.
Per alcuni, invece, sollevare il pantalone deriva dalla volontà di far vedere le scarpe. Ma lo scopo è lo stesso: dimostrare il proprio status e la propria solidità economica. Non bisogna dimenticare, infatti, che il ballo serve anche a farsi vedere e a farsi notare, letteralmente. Un po’ di ostentazione, dal momento che la salsa cubana è anche un gioco amoroso, che per molti aspetti simula un corteggiamento. Dallo sguardo alle movenze, il ballo richiama la “stagione dell’amore”, citando un po’ a sproposito il compianto Franco Battiato. E quanti amori sono nati e continuano a nascere a ritmo di salsa!
I protagonisti
Attenzione, però: non tutti i cubani sanno ballare. Già, tocca sfatare questo mito, per quanto una naturale predisposizione e una grande diffusione di questa disciplina popolare siano innegabili nella Perla dei Caraibi. Ma allora basta chiacchiere, conosciamo un po’ il panorama casinero di Cuba.
Senza voler far torto a qualcuno, scegliamo di partire dal gruppo Havana D’Primera, capeggiato dal cantante Alexander Abreu. Un collettivo di ben 17 musicisti fondato nel 2007 che mescola i ritmi della salsa, del jazz, del funk e dell’afro-cubano. A loro, apprezzati in tutto il mondo, si devono successi come Pasaporte e Cantor del Pueblo, solo per citare alcuni album. Impossibile non citare poi un altro grande gruppo, i Los Van Van, fondato oltre 50 anni fa a L’Avana da Juan Formell, oggi defunto e sostituito dal figlio Samuel. Band formidabile, a cui si devono album come Legado e Aquí el que baila gana.
Difficile menzionare solo alcuni artisti, se tra questi ci sono Issac Delgado, Yasser Ramos y el tumbao Mayombe, Azucar Negra e Leoni Torres. O ancora Manolito y su Trabuco, Maykel Blanco e il gruppo Combinación de la Habana. Giovani e meno giovani esponenti del mondo salsero di Cuba, che molto deve anche ad artisti scomparsi come Elio Revé (il cui figlio Elito, con il gruppo Charangón, porta avanti la tradizione).
Dove si balla
Se è vero che non tutti i cubani ballano la salsa, è anche vero che in tutta Cuba si balla la salsa. Da Santiago a Matanzas, da Camaguey all’Avana, tutta l’isola si abbandona al richiamo della clave. E allora vediamo alcuni dei locali della Capitale dove poter trascorrere una bella serata a ritmo di salsa. Partiamo dal Café Cantante, nei pressi del teatro Nacional, in Plaza de la Revolución. Altrimenti suggeriamo la Casa de la musica, di cui si trovano ben due sedi: una a Galiano, nel Centro Habana, e una a Miramar. Sempre nell’elegante quartiere di Miramar non si può non fare un salto al Diablo Tun Tun o a La Cecilia. Al Vedado, invece, si può andare al Gato Tuerto. Da non scordare, poi, il 1830 sul Malecón. Per gli appassionati in particolare del genere afro-cubano, infine, il vostro posto è El callejon de hamel. Che altro dire? Buon divertimento!

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